Scrive Cesare nel numero di Luglio del 2018:
Mi convinco sempre più che qualche autore (di giochi in versi, di crittografie o di rebus) pensi che creare un gioco significhi dichiarare guerra al solutore. Secondo qualcuno più il gioco è astruso e irrisolvibile più è bello e se il gioco non si risolve ha vinto la battaglia.
No! non è così! e lo voglio dire a chiare lettere, a rischio d’essere ripetitivo. Il parallelo gioco non risolvibile gioco bello non è assolutamente proponibile.
Semmai è vero il contrario: gioco irrisolto uguale a gioco brutto o fatto male.
Questo e molto altro potrete trovare sul numero di Penombra, offerto gratis qui sula Canto della Sfinge proprio da Cesare.
Buon gioco.
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